<p> L'opera è stata ritrovata in un affascinante album di fotografie, esemplari di fiori e ricordi, collegati ad alcuni degli eventi più drammatici del diciannovesimo secolo.</p>
<p> L'ammutinamento indiano (noto anche come Ribellione indiana, Ammutinamento dei Sepoy e Prima guerra d'indipendenza indiana) fu una rivolta scoppiata tra i soldati dell'esercito della Compagnia delle Indie Orientali. L'immediata causa dei disordini fu la voce che le cartucce dei fucili usate nell'esercito fossero unte con sego e strutto, derivati da carne di manzo (offensiva per gli indù) e maiale (offensiva per i musulmani): ai soldati fu ordinato di strappare i bossoli con la bocca, aggravando ulteriormente la violenza. La violenza esplose nell'India settentrionale nel 1857 e ci vollero più di due anni per reprimere completamente la rivolta, con un costo di oltre 100.000 vite. L'insurrezione portò allo scioglimento della Compagnia delle Indie Orientali, e da quel momento in poi la Corona britannica assunse il controllo diretto dell'India.</p> <p>Chiunque abbia raccolto le opere presenti nel nostro album (e non sappiamo esattamente chi sia stato), sembra che siano state molto vicine all'azione durante la Campagna dell'India Centrale, che fu una delle ultime serie di battaglie della Rivolta Indiana. Tra le immagini figurano numerosi affascinanti studi a matita e squisiti acquerelli di siti dell'India centrale, realizzati da un "CWP", e corredati da note manoscritte che ne indicano la data e il luogo di realizzazione. Date e luoghi corrispondono strettamente alle azioni della Central India Field Force al comando di Sir Hugh Rose, che combatté i ribelli indiani nei pressi della città di Saugor (oggi Sagar nel Madhya Pradesh), dove una piccola guarnigione britannica era stata assediata, prima di dirigersi a nord verso la città di Jhansi.</p> <p>Molte delle note presenti nel nostro album parlano di essere stati nella zona di Saugor nel febbraio e marzo del 1858, esattamente quando si svolgevano i combattimenti. Un disegno di quello che sembra essere un accampamento militare vicino a Saugor viene descritto come raffigurante "le nostre tende": il nostro artista era forse un soldato, o comunque associato all'esercito, con il ruolo di geometra o ingegnere? Una fotografia inclusa nell'album (supponendo che risalga più o meno al periodo in cui furono realizzati i disegni e gli acquerelli, sarebbe stata una delle prime fotografie scattate in India) fa riferimento anche alla "nostra casa a Saugor": sembra decisamente più imponente di quella in cui avrebbe alloggiato un semplice soldato.</p> <p>Chiunque fosse il nostro artista, era evidente che nutriva un profondo interesse per la storia e la cultura del Paese. Un disegno di un tempio sul fiume Betwa, ad esempio, sembra essere stato realizzato lo stesso giorno in cui si svolgevano i combattimenti a poche miglia di distanza, eppure le note di accompagnamento forniscono dettagli, riportando ad esempio il nome della divinità rappresentata da una grande statua.</p>
<p> Sembra che la stessa persona che ha realizzato i disegni e gli acquerelli dell'India abbia anche realizzato l'album nel suo complesso. Un'etichetta all'interno dell'album recita "alla carissima Clara dal suo William Benares, 26 gennaio 1856": sembra essere della stessa mano di "CWP", che ha scritto le note sulle opere.</p> <p>Il proprietario dell'album lo acquistò a Benares (l'odierna Varanasi) all'inizio di un viaggio in India, per regalarlo alla sua amata al ritorno, insieme a ricordi e documenti dei luoghi visitati? Questo potrebbe spiegare alcuni degli altri elementi presenti: fiori indiani pressati, poesie sentimentali copiate a mano libera e un dipinto di nontiscordardimé. Ci sono anche molte piccole stampe che mostrano scene ambientate in Scozia: era da lì che proveniva originariamente il nostro compilatore dell'album?</p>
<p> L'album stesso (disponibile separatamente) è realizzato in cartapesta e lacca, con splendidi fiori dipinti a mano e altri intarsiati in madreperla blu e verde scintillante. Si tratta in realtà di un assorbente: progettato in modo che le sue due metà potessero essere aperte e distese, forniva una superficie uniforme su cui scrivere ed era destinato ad assorbire l'inchiostro fuoriuscito dalle penne a inchiostro "a immersione" comunemente utilizzate negli anni '50 dell'Ottocento. Diversi fogli di carta da lettere staccati dal assorbente sembrano essere stati utilizzati come cornici per fotografie.</p>