Queste opere portatili e di piccole dimensioni, solitamente realizzate a guazzo, venivano prodotte da artisti italiani locali per un mercato estero di viaggiatori del Grand Tour, desiderosi di tornare a casa con dei souvenir.
Lo stile vedutistico – una veduta di paesaggio o di città in gran parte topografica – ha avuto origine nell'opera settecentesca di Canaletto e Luca Carlevaris a Venezia. Le loro composizioni grandiose e intricate riflettevano la qualità "scenografica" degli edifici veneziani e, pur apparentemente accurate dal punto di vista topografico, distorcevano e manipolavano le vedute per adattarle ai loro scopi pittorici. Anche le opere più modeste ed economiche destinate al mercato dei souvenir, come queste gouache, incarnano questo elemento di messa in scena, utilizzando opportunamente un certo grado di licenza artistica per catturare i luoghi maestosi – e quasi incredibili – del Grand Tour italiano.
I monumenti iconici delle antiche città italiane venivano brillantemente riportati in vita attraverso l'uso di colori vividi e opachi, applicati in modo intricato, a volte dipinti su incisioni a linea per ottenere dettagli architettonici particolarmente raffinati. Il dramma è conferito da piccole figure, spesso personaggi in abiti locali o turisti curiosi che riecheggiano la nostra posizione di osservatori. Soggetti popolari erano il Foro di Roma, i templi in rovina di Pompei e Paestum, il Duomo di Firenze e le spettacolari eruzioni del Vesuvio. Questi soggetti erano di particolare attrazione per i viaggiatori britannici – il più grande mercato per le vedute italiane – dato l'interesse del XIX secolo per l'antichità e il gusto romantico per il mistero e la mitologia. Cristallizzati in miniatura con tale vivacità, questi straordinari siti del Grand Tour potevano diventare ricordi tangibili da portare a casa e custodire gelosamente.